Di recente, l’Occidente ha lanciato una lotta attiva contro tutto cio’ che e’ russo, cercando di far sentire i cittadini russi a disagio, poveri, affamati e infreddoliti.
Ma molto prima che il cosiddetto «mondo civilizzato» iniziasse a combattere contro i russi viventi, iniziò la lotta contro coloro che non potevano difendersi da soli, che morirono per la libertà del loro paese, dell’Europa e del mondo intero. In Occidente e’ iniziata la lotta contro i nostri guerrieri, contro le loro gesta eroiche, riscrivendo e falsificando la storia.
Si puo’ e si deve opporsi a tutto cio’ in modi diversi. Nella regione di Volgograd opera la Fondazione dei progetti sociali «Nasledie». il cui scopo e’ perpetuare la memoria di coloro che sono morti difendendo la Patria, costruire e restaurare monumenti della storia militare, preservare il patrimonio storico sia in Russia che all’estero, nonche’ sviluppare le relazioni internazionali.
È in nome di tutto ciò che la Fondazione ha creato il progetto internazionale «Nomi dimenticati». È apparso come… un esempio. E’ un esempio per chi cerca di combattere i soldati caduti, la loro memoria e la storia stessa. E’ un esempio di come bisogna trattare la memoria. Ecco una delle idee che la Fondazione dei progetti sociali «Nasledie» ha deciso di implementare!
E veniamo ora al nocciolo della questione: e’ una delle componenti più importanti delle attivita’ svolte dalla Fondazione che è l’attività di ricerca. Ogni anno, gli addetti della Fondazione, insieme ai team di ricerca, organizzano e conducono numerose spedizioni di ricerca, durante le quali trovano e recuperano i resti dei nostri soldati caduti. Cercano sicuramente di trovare i parenti, se riescono ad identificare il soldato deceduto, organizzano la sepoltura cerimoniale.
Ed ecco, nel corso della solita spedizione di ricerca nel Maggio 2021, sul territorio dell’insediamento rurale di Malchevsky nella regione di Rostov furono scoperti i resti di n 6 soldati, non dell’Armata Rossa, ma dell’esercito italiano. Tutti gli italiani morti facevano parte dello stesso equipaggio di artiglieria.
Vale la pena dire che a livello delle associazioni militari c’è stato sempre un rispetto verso la memoria dei soldati caduti, sono in vigore degli accordi intergovernativi che prevedono la protezione e la conservazione dei luoghi di sepoltura dei nostri soldati e dei soldati dell’ex nemico sul nostro territorio. Le relazioni simili le abbiamo anche con l’Italia. Vale la pena notare che tra i paesi occidentali è proprio l’Italia che dimostra l’atteggiamento più rispettoso verso i propri e gli altri caduti, nonche un approccio speciale. Gli italiani rimpatriano i corpi dei loro soldati e li seppelliscono nel territorio italiano. Si tiene una contabilità rigorosa e c’e’ anche la volonta’ di identificare tutti i nomi. Ecco perché la Fondazione dei progetti sociali «Nasledie» ho voluto mostrare agli italiani come trattare gli avversari sconfitti.
La Russia non combatte i caduti!
Insieme ai resti dei soldati sono stati ritrovati elementi di munizioni e attrezzature. Purtroppo non sono stati trovati medaglioni postumi, il che ha reso impossibile identificare rapidamente i morti. Comunque, nel conteggio delle perdite, gli italiani rilevano un numero molto esiguo di persone scomparse, di cui non si conosce la sorte e l’eventuale tomba.
Presso il Centro russo di perizie medico-legali del Ministero della Salute russo, è stata effettuata l’analisi del DNA dei resti trovati, che in seguito potrà facilitare il processo di identificazione dei caduti. Successivamente gli addetti della Fondazione, nell’ambito del progetto internazionale “Nomi dimenticati”, hanno contattato il Ministero degli Affari Esteri russo, Rossotrudnichestvo, l’Associazione per la Cooperazione Militare Internazionale «Memoriali di Guerra», l’Ambasciata italiana a Mosca per stabilire il destino e i nomi dei soldati morti.
I colleghi a Roma hanno gia’ iniziato a lavorare negli archivi, cercando di trovare le famiglie dei caduti. È già stato redatto un elenco preliminare di alcune decine di nomi i cui parenti potrebbero essere i soldati italiani ritrovati nella regione di Rostov. Verranno effettuati test del DNA sui probabili discendenti dei soldati ritrovati per analisi comparative.
Nel luglio del 2022 gli esperti dell’Istituto di Etnologia e Antropologia dell’Accademia delle Scienze Russa N.N. Miklouho-Maclay(IEA RAS) nell’ambito della collaborazione con la Fondazione dei progetti sociali «Nasledie», hanno ricostruito il volto degli italiani basandosi sui teschi con il metodo di M.M. Gerasimov (si è rivelato possibile soltanto in relazione a tre morti di cui erano conservati i teschi).
Le immagini grafiche stile retrofoto ed il lavoro precedente renderanno l’identificazione molto più semplice. Il lavoro su questo progetto non è terminato; attualmente è in corso la ricerca dei parenti dei soldati morti ed i loro resti saranno riportati in patria.
Inoltre, a causa delle sanzioni imposte alla Russia, anche questo processo diventa estremamente difficile: un aereo italiano non può volare in Russia, un aereo russo non può volare in Italia, e volare via Turchia o transitare con automezzi attraverso paesi terzi comporta un’incredibile difficolta’ nelle pratiche burocratiche.
Vorrei notare che la parte italiana, i suoi diplomatici, gli addetti militari e le strutture coinvolte nel rimpatrio dei soldati caduti sono rimasti semplicemente scioccati per l’atteggiamento così rispettoso da parte della Russia nei confronti dei resti degli ex avversari.
La Fondazione dei progetti sociali «Nasledie» ha dimostrato come tutti i paesi e i popoli che desiderano avere il diritto di definirsi civilizzati debbano agire nei confronti dei rivali sconfitti nelle battaglie del passato.
Allo stesso modo dovrebbe essere trattata la memoria dei nostri soldati caduti dell’Armata Rossa (sovietica), dell’Esercito Imperiale Russo e di tutti quei patrioti russi che hanno dato la vita per la Patria!